Cos’è la schiavitù?
Schiavitù - condizione di chi è schiavo, di una persona cioè completamente e involontariamente assoggettata a un’altra. Caratteristiche costitutive della schiavitù sono: la coercizione a svolgere un compito o a prestare un servizio; la riduzione di un essere umano a proprietà esclusiva di un altro essere umano, cioè del suo padrone; l’assoggettamento completo di un individuo alla volontà di colui che lo possiede.Il sistema sociale o l’ordinamento politico fondato sull’istituto sociale della schiavitù è detto schiavismo.
Cos’è il razzismo?
Il termine "razza", da cui deriva razzismo, è di incerta origine e fu introdotto nelle lingue europee intorno al XVI secolo; venne usato nel ,,Libro dei martiri’’ (1563) di John Fox per indicare la stirpe: nel caso specifico la "razza e il ceppo di Abramo". Dal XVI secolo in poi, per spiegare le differenze fra africani, cinesi ed europei, invece che al termine razze si ricorse alle genealogie dei diversi gruppi etnici descritte nell'Antico Testamento e, quando alla fine del XVII secolo si sviluppò il dibattito sulla moralità del commercio degli schiavi tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, coloro che erano contrari alla schiavitù sottolinearono il fatto che i neri e i bianchi condividevano una comune umanità. Il termine razza tornò a essere impiegato in relazione alla relativa arretratezza tecnologica degli africani, che venne considerata frutto delle loro condizioni di vita malsane (dovute sia al clima sia alla mancanza di istituzioni politiche e sociali che ne promuovessero il progresso) e che furono alla base dei tentavi di legittimazione della discriminazione prima e dello schiavismo poi.Neppure il libro di Charles Darwin,, L’origine della specie’’ (1859), che documentò come lo sviluppo fosse prodotto dalla selezione naturale e che rivoluzionò in campo scientifico le teorie sulle differenze fra gli esseri umani, poté impedire un uso distorto del termine razza. Ispirò anzi una nuova forma di razzismo, il cosiddetto "razzismo scientifico", basato sull’idea che il pregiudizio razziale svolga addirittura una funzione evolutiva.La teoria sociologica del razzismo risale ai primi anni Venti di questo secolo quando alcuni psicologi cominciarono a sostenere, esibendo un’ampia documentazione, che il pregiudizio razziale non era una caratteristica ereditaria bensì una forma di comportamento appreso durante la socializzazione. Ogni società ha una propria cultura e, contestualmente, è soggetta a una serie di pregiudizi culturali: l’etnocentrismo è infatti la tendenza a compiere ragionamenti e formulare giudizi "come se la propria cultura e il proprio gruppo etnico fossero al centro del mondo". Rispetto al colore della pelle, gli individui possono ad esempio
condividere le preferenze del gruppo sociale in cui sono inseriti e quindi trattare con diffidenza coloro che non vi appartengono.
Cenni storici:
1619 - Prime importazioni di schiavi africani in America, nella Virginia.
1787 - La schiavitù viene resa illegale nel territorio nord occidentale. La costituzione statunitense stabilisce che il congresso non potrà bandire la tratta degli schiavi fino al 1808.
1793 - L’ invenzione di Eli Whitney, il
COTTON GIN, aumenta la domanda di manodopera degli schiavi africani
1793 - viene proclamata la legge federale –
FUGITIVE SLAVE LAW- che provede al ritorno degli schiavi scappati che avevano oltrepassato il confine degli Stati Uniti.
1800 -
Gabriel Prosser, un schiavo afroamericano organizza una rivolta degli schiavi per marciare su Richmond,
Virginia. La cospirazione viene scoperta e Prosser e un numero di ribelli vengono impiccati, in conseguenza le leggi schiaviste della Virginia vengono ulteriormente ristrette.
1808 - Il congresso abolisce l’importazione degli schiavi dell’ Africa.
1820 -
The Missouri Compromise – abolisce la schiavitù negli stati del nord ,al di sopra della latitudine 36°30.
1822 -
Denmark Vesey, un carpentiere afroamericano schiavizzato che aveva acquistato la propria libertà organizza una rivolta degli schiavi con l’intento di assediare la città di Charleston,
South Carolina. Il complotto viene scoperto e Vesey e 34 cospiratori vengono impiccati.
1831 -
Nat Turner, un predicatore nero schiavizzato conduce la più significativa sollevazione nella storia americana. Egli e la sua banda di seguaci lanciano una breve ,sanguinosa rivolta nella contea di Southampton ,
Virginia. L’esercito riesce a sedare la rivolta Turner viene a sua volta impiccato. Virginia restringe ulteriormente le leggi schiaviste.
1831 -
William Lloyd Garrison inizia a pubblicare the Liberator, un foglio settimanale che invoca la completa abolizione della schiavitù. Egli divenne una delle più famose figure del movimento abolizionista.
1846 -
The Wilmot Proviso, introdotto dal rappresentante democratico
David Wilmot della
Pennsylvania, tenta di bandire la schiavitù nei territori strappati nella guerra messicana. Il Proviso viene bloccato dai sudisti ma continua ad infiammare il dibattito sulla schiavitù.
1849 -
Harriet Tubman – fugge dalla schiavitù e diventa uno dei leaders più efficaci e celebrati della
Underground Railroad.
1850 - Il continuo dibattito se i territori vinti nella
Mexican War dovessero essere aperti alla schiavitù viene deciso dal compromesso del
1850: La
California viene considerata come uno stato libero .I territori dello
Utah e del
New Mexico sono lasciati alla sovranità popolare e la tratta degli schiavi in
Washington viene proibita. Questo stabilisce anche una molto più ristretta legge federale sugli schiavi fuggitivi rispetto all’originale del 1793.
1852 - viene pubblicata la novella di
Harriet Beecher Stowe ‘’Uncle Tom's Cabin,, quale diventa uno dei capolavori più significativi che hanno influenzato i sentimenti antischiavistici.
1854 – Congresso aprova the
Kansas-Nebraska Act - l'apertura all'insediamento dei bianchi a
Kansas e
Nebraska. La legislazione abroga
Missouri Compromise del 1820 e riprendono le tensioni pro- e antischiaviste
1857 - The
Dred Scott case – la Corte Suprema aveva deciso che gli schiavi non erano cittadini degli Stati Uniti e che nessun nero avrebbe mai potuto diventarlo poiché erano "esseri di un ordine inferiore"..
1859 -
John Brown un attivista e abolizionista catturò armeria federale di
Harpers Ferry,nel tentativo di lanciare una rivolta schiavista.
1860 - Abramo Lincoln diviene presidente degli USA1861 - 1865 Guerra di secessione tra nord e sud.1863 - A.Lincoln abolisce la schiavitù nera con la
Emancipation Proclamation.
1865 – Finisce la guerra civile e
Lincoln viene assassinato.
The Thirteenth Amendment della Costituzione abolisce la schiavitù in tutto territorio degli Stati Uniti.
1870 - Diritto di voto a tutti gli uomini senza distinzione di colore della pelle.
1880 - Negli stati del Sud si formano le norme che limitano la libertà dei neri; negli stati del Nord i neri vengono maggiormente inseriti nella società.
1896 –‘ Jim Crow System’ – la segregazione : separazione dei spazi riservati ai neri e ai bianchi1909 - Nasce la NAACP. (National Association for the Advancement of Colored People), per far attuare concretamente i diritti dei neri assicurati dalla legge federale.
1920 - Diritto di voto a tutte le donne senza distinzione di colore della pelle.
1942 - Nasce il CORE (Congress of Racial Equality) per la resistenza passiva e il boicottaggio delle imprese economiche segregazionistiche.
1945 - Subito dopo la seconda guerra mondiale nei soldati neri ,reduci della lotta contro il nazismo, nasce la consapevolezza delle ingiustizie subite in patria e il rifiuto nei confronti di ogni forma di segregazione o esclusione dai rapporti con la comunità.1946 - Arresto di Malcolm X , per rapina a mano armata e furto con scasso.
1952 - Malcolm X viene liberato sulla parola.
1954 - Nell’ambito della lotta per i diritti civili la Corte Suprema vieta la segregazione razziale nelle scuole e dichiara la dottrina delle razze uguali ma separate.
1955 - Martin Luther King organizza una protesta contro la segregazione razziale nelle scuole e il boicottaggio dei mezzi di trasporto.
1960-1970 - Il governo cerca inutilmente di migliorare le condizioni dei ghetti urbani dove vivono i neri poveri.
1961 -
J.F. Kennedy diviene presidente degli USA: é vietata la segregazione nei mezzi pubblici.
1963 - Assassinio del presidente Kennedy.
Malcolm X da’ vigore al
Black Muslims (l'organizzazione dei musulmani neri).
1964 - Concessi uguali diritti civili ai neri.Iniziano numerose rivolte nelle maggiori città statunitensi.
1965 - Assassinio di Malcolm X.
1966 - Nasce il
Black Power (potere nero)1968- Assassinio di
Martin Luther KingIntroduzione
La traumatica e lacerante catastrofe della deportazione in massa degli Africani, attraverso il commercio degli schiavi perpetuatosi per secoli, è sicuramente il punto di partenza cui far convergere ogni tentativo di analizzare l’ origine della schiavitù dei neri.
La tratta degli schiavi è un fenomeno le cui origini risalgono almeno al X secolo e che durò fino alla fine del XIX. Prima gli Arabi e poi anche gli Europei (soprattutto nel periodo della colonizzazione del Nuovo Mondo) utilizzarono schiavi provenienti dall'Africa subsahariana e occidentale deportati lungo rotte commerciali che attraversavano la stessa Africa, l' Oceano Indiano e l' Atlantico.
La forma più antica di commercio degli schiavi in Africa fu quella messa in atto dai popoli nordafricani a danno dei popoli neri subsahariani. Anche se le origini di questa pratica sono estremamente antiche, solo a partire dal X secolo, con l'introduzione dei cammelli dall' Arabia, essa assunse le connotazioni di una vera e propria rete commerciale.
Questo commercio, sebbene sia durato per molti più secoli, non raggiunse mai le proporzioni del traffico schiavista occidentale. In molti casi, i commercianti di schiavi arabi (e in seguito europei) non eseguivano direttamente le catture bensì intrattenevano rapporti con intermediari locali che erano spesso i regni o le tribù dominanti delle diverse zone. Questi intermediari, a loro volta, sfruttavano il loro rapporto con i mercanti di schiavi per ottenerne benefici (ad esempio armi) attraverso cui rafforzare la loro posizione di predominio nei confronti dei propri vicini.
Gli Africani erano talmente compromessi nel commercio con gli Europei che la drastica e inevitabile alternativa era di ridurre i propri simili in schiavitù o rischiare di essere fatti schiavi: era questa la molla segreta che muoveva il rapporto schiavistico con l’Europa e che spinse molti Africani a partecipare al commercio schiavista. I mercanti arabi ed europei non dovevano far altro che fomentare queste guerre armando a turno i vari gruppi etnici africani ed attendere l’esito dei conflitti che, comunque, era per loro sempre favorevole.
Nel XV secolo le potenze europee iniziarono a creare insediamenti nelle Americhe; l’obiettivo era di creare delle economie funzionali alla madrepatria. Era richiesta quindi una grande quantità di manodopera che però non fu trovata a sufficienza negli indigeni americani già decimati dai massacri e soprattutto dall’ invasione microbica esportata dagli Europei. La tratta degli schiavi attraverso l’Atlantico assunse rapidamente proporzioni senza precedenti, dando origine a vere e proprie economie basate sullo schiavismo che rafforzarono l’Europa in modo direttamente proporzionale all’indebolimento dell’Africa.
Le dimensioni del commercio di schiavi dall’Africa divennero presto impressionanti: si è calcolato che non meno di 40 milioni di uomini furono trasportati attraverso i canali dello schiavismo: la tratta Transahariana, quella Orientale e soprattutto quella Atlantica
La schiavitù in America.
Nei primi decenni del XVI secolo, all'indomani della scoperta dell'America, i sempre più numerosi conquistadores cristiani che ripercorsero dalla Spagna la via delle caravelle di Colombo, non ebbero grosse difficoltà ad impossessarsi delle coste americane e dei territori che, fino al loro arrivo, formavano gli imperi azteco e inca.Lo sfruttamento dei fertili terreni e delle ricche miniere d'oro e d'argento, dopo il sfruttamento delle ricchezze monumentali, fu subito praticato su larga scala. L'unico problema che si pose fu quello della manodopera: gli indios non reggevano alle fatiche del lavoro della terra così come era organizzato dai conquistatori europei, non riuscivano ad adeguarsi al lavoro forzato per l'estrazione
dei metalli, la loro mortalità era elevata e le fughe numerose. Fu così che, già nel 1502, Spagna e Portogallo si accordarono per una soluzione: gli egemoni neri dell'Africa vennero indotti a dirottare sulle navi portoghesi dirette in America il secolare traffico di schiavi che una volta si dirigeva verso il Mediterraneo. I neri, fisiologicamente più forti, si adattarono al duro lavoro e trovarono in America un ambiente che, nonostante la durezza del regime schiavistico, ne favorì la riproduzione. Nell'America colonizzata, quindi, venne a crearsi un vero e proprio sistema feudale in cui una classe relativamente ristretta di bianchi, entrata in possesso di diritti su terre e persone, dominava una massa di miseri e arretrati indios semiliberi e di schiavi neri e meticci.La presenza nera in America divenne sempre più numerosa. Nel Nord America i primi schiavi africani furono insediati a Jamestown, in Virginia, nel 1619 . L’ anno che costituisce un utile punto di partenza storico come data del primo massiccio trasferimento di uomini di colore nelle terre colonizzate visto che, fino a quel punto, i neri erano deportati per svolgere lavori occasionali finiti dopo i quali spesso venivano uccisi. Dopo il 1619 gli africani occidentali costituivano circa l'85% degli schiavi importati in America, ma non potevano certo considerarsi degli americani: erano costretti a svolgere i lavori più duri e non avevano, a livello umano, nessuna possibilità di comunicare con i loro padroni e con tutto il mondo bianco che li circondava. E' da questa situazione che il nero ha dovuto ricercare la sua dimensione in America, attraverso una alternanza di conquiste e delusioni che hanno caratterizzato la sua esistenza nel Nuovo Mondo. Inizialmente non si ritenne necessario procedere a una definizione giuridica del loro status, ma a partire dalla seconda metà del XVII secolo con lo sviluppo delle piantagioni nelle colonie del Sud il numero degli africani importati come schiavi agricoli crebbe enormemente e divenne un elemento fondamentale per l’economia e per il sistema sociale che doveva trovare una formalizzazione. Le leggi relative al loro status, legale politico e sociale, furono così definite già prima della guerra d'Indipendenza americana.Formalmente gli schiavi d’America godettero di alcuni diritti, come nel caso della proprietà privata. Si trattò tuttavia di diritti che il proprietario di schiavi non era obbligato a rispettare e comunque di casi isolati; in generale gli elementari diritti umani furono infatti costantemente violati: gli schiavi potevano ad esempio subire violenze sessuali da parte dei padroni, le famiglie potevano essere separate perché i loro membri venivano venduti a piantagioni diverse; i trattamenti brutali come mutilazioni e omicidi, in teoria proibiti per legge, rimasero abbastanza comuni fino al XIX secolo.
Dalla Rivoluzione Americana (scoppiata per liberarsi dalla tirannia inglese) al 1793, anno in cui fu inventata la famosa COTTON GIN - la macchina per separare le fibre di cotone dai semi, la manodopera nera divenne ancora piu essenziale però si sviluppò nello stesso tempo un’ opposizione alla schiavitù e al commercio degli schiavi, tanto che il 24 ottobre 1774 il Congresso Continentale stabilì che dal 1 dicembre di quell'anno gli schiavi non potessero essere né importati, né acquistati. Purtroppo ciò che aveva stabilito il Congresso Continentale fu solo parzialmente rispettato e la situazione generale non cambiò in maniera determinante. Nel 1775 si costituisce la prima associazione antischiavista e durante gli anni successivi gli Stati del Rhode Island, del Connecticut e della Pennsylvania approvano leggi tendenti alla progressiva abolizione della schiavitù. Dal 1793, con la nascita e il progressivo sviluppo del cosiddetto Regno del Cotone, gli schiavi neri furono impiegati essenzialmente per i lavori nei campi e la tendenza all'abolizione della schiavitù negli Stati del Sud subì una inversione di tendenza vista la crescente necessità di manodopera.
Ai primi dell'Ottocento la Nuova Inghilterra poteva ormai competere con i paesi europei nella produzione e nel commercio di cotone, ma i neri versavano ancora nelle stesse condizioni e furono anche utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero nella Louisiana. Ci si trovò, in definitiva, in una situazione paradossale: spesso venivano approvate in vari Stati leggi contro la schiavitù, ma raramente erano applicate e nel XIX secolo anche i neri teoricamente liberi del Nord (circa 225.000 nel 1860) erano sottoposti a notevoli limitazioni.
L'Ottocento, comunque, fu il secolo nel quale i neri cominciarono ad organizzarsi in maniera più competitiva per combattere l'oppressione, tanto che le rivolte degli schiavi andarono aumentando notevolmente, causando spesso perdite economiche e di vite umane tra i bianchi. Un momento importante per gli schiavi fu la Guerra Civile scoppiata nel 1861 che oppose il Sud agricolo dove proliferava la schiavitù al Nord industriale. La vittoria dei nordisti portò alla emancipazione dei neri del Nord che ebbero una parte considerevole in quel successo: circa 186.000 soldati di colore presero parte a 198 fra battaglie e scaramucce, subendo la perdita di 68.000 unità tra morti e feriti. Il 1 gennaio 1863, in qualità di comandante in capo dell'Esercito e della Marina,
Lincoln (1809 - 1865) proclamò ufficialmente l'emancipazione degli schiavi e il 18 dicembre 1865 venne abolita la schiavitù in ogni parte degli Stati Uniti. Nonostante tutto, però, la popolazione di colore continuava in generale ad occupare una posizione marginale nel contesto sociale americano e per un nero era ancora molto difficile aspirare ad occupare un posto di rilievo nella società che, in una situazione di crescente industrializzazione, evitava di inserire i neri nelle fabbriche.Le precarie condizioni economiche e le intimidazioni, le violenze con le quali si impediva agli uomini di colore di votare, avevano provocato nel 1879 un esodo di neri dal Sud verso il Kansas e verso alcuni altri Stati, seguito da migrazioni negli anni successivi che non servirono, però, a trovare situazioni incoraggianti.
Ai primi del Novecento, quindi, la maggior parte dei contadini neri, a parte il bene prezioso della libertà, non erano nel Sud degli Stati Uniti in condizioni molto migliori di quelle in cui versavano ai tempi della schiavitù ed erano spesso sottoposti a veri e propri linciaggi. Dalla fine dell'Ottocento all'ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale due forze contrarie diedero forma alla vita nei neri. Una di queste forze, il consolidamento del fenomeno della privatizzazione dei diritti elettorali e della segregazione nel Sud, li spinse più in basso di quanto fossero mai stati; l'altra, la rivolta degli intellettuali neri appoggiati dai liberali del Nord, li trasse verso l'uguaglianza politica, culturale, economica e sociale. E' in questo contesto che si ci avvicina al primo conflitto mondiale nel quale il contributo nero all'esercito americano fu rilevante e al termine del quale una parte della popolazione di colore cominciò ad inserirsi con maggiore profitto nelle maglie della civiltà bianca ed un'altra, che viveva ancora tra mille stenti, iniziò a ribellarsi in modo sempre più pressante.
Le speranze nere subirono un altro duro colpo con la grande crisi del 1929 dovuta al crollo della Borsa che fece perdere il lavoro prima degli altri alla gente di colore la quale dovette tirare avanti grazie a miseri sussidi per la disoccupazione. Solo nel 1935 cominciarono ad essere di nuovo offerti posti di lavoro anche ai neri ormai americanizzati, ma nel periodo che porta agli anni Quaranta i neri del Sud ancora non pronto avevano trovato una dimensione soddisfacente in terra statunitense.Negli anni Quaranta l'espressione più attuale della tradizione musicale afro-americana era quella urbana, sviluppatasi nel contesto della vita dei neri nelle grandi città industriali. La figura del nero, intanto, era andata via modificandosi e, se la Prima Guerra Mondiale e la depressione avevano dato vita al nero moderno, il periodo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale provocò un cambiamento ancor più radicale nella sua psiche. Ad esempio, la partecipazione delle «Unità Negre» delle forze armate americane alla Seconda Guerra Mondiale fu molto più cospicua rispetto alla prima e, soprattutto, il loro ruolo fu decisamente più rilevante, tanto che, in molti casi, furono schierate al fianco delle unità bianche. Le cifre ufficiali della
NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), a tal proposito, parlano chiaro: nella Prima Guerra Mondiale c'erano 404.348 soldati e 1.353 ufficiali neri, nell'ultima guerra i soldati furono circa 905.000 e gli ufficiali circa 8.000. Si evince da tali cifre che, se il numero dei soldati era poco più che raddoppiato, quello degli ufficiali era aumentato di quasi sei volte, a testimonianza della crescente presenza di gente di colore in posti di particolare responsabilità. I neri stavano sviluppando sempre più il senso di partecipare alla società, e ciò non riguardò solo la borghesia come dimostrato dalla quasi canonizzazione di
Dorie Miller (uno dei primi neri morti in guerra a Pearl Harbor) che coinvolse quasi tutti i neri della nazione.
Il mondo al di fuori dell'America si rivelò al popolo nero proprio grazie alla Seconda Guerra Mondiale. Anche la musica non rimase insensibile all'evento e nacquero diversi blues sulla guerra interpretati da vecchi cantanti. Tra le comunità negre era molto popolare la canzone «Are you ready?» che esaltava l'eroismo dei neri in guerra e che, proprio nel titolo, contiene una espressione che cominciava ad essere sempre più usata tra i neri di quei tempi per significare «Sei pronto?» (ad entrare nell'America bianca), mentre l'espressione «non è pronto» acquisiva un significato spregiativo ed era adoperata da certe persone di colore autonominatisi guardiani delle convenzioni sociali bianche nei riguardi dei neri più volgari. Anche gli stipendi che i neri ottenevano lavorando nelle varie industrie belliche sparse nella nazione non erano da disprezzare e l'arsenale di New Jersey, in particolare, era considerato un luogo dove si poteva fare molto denaro.Ma la accresciuta conoscenza e consapevolezza da parte dei neri del contesto sociale in cui vivevano, finì per alimentare un risentimento sempre meno controllabile nei riguardi delle ingiustizie sociali che continuavano ad essere imposte. In particolare i giovani tornati dalla guerra, dopo aver messo a repentaglio la vita per la nazione, dovevano scoprire di essere ancora considerati appartenenti ad una specie subumana in una America che li tollerava solo finché rimanevano al loro posto. Erano riusciti a guadagnare di più nelle attività connesse al tempo di guerra, ma al termine della stessa erano tornati nei ghetti della grandi città statunitensi.Il malcontento e la rabbia sfociarono sempre più spesso in episodi di violenza razziale e, ripetendo un fenomeno già avvenuto durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, rivolte sanguinose scoppiarono in tutti gli Stati Uniti. La più rilevante fu, probabilmente, la rivolta di Harlem avvenuta nel 1943, durante la quale i neri ruppero vetrine e finestre delle proprietà bianche della zona e minacciarono i poliziotti. Altre rivolte, come quella di Cicero (un sobborgo di Chicago), trassero origine dalla volontà di alcuni neri di acquistare delle case col loro denaro.Intanto, come trent'anni prima, si verificarono grandi migrazioni verso il Nord, provocando analoghe rivolte a Detroit e Newark. Sorsero movimenti sociali che sfociarono nella formazione di organizzazioni per combattere le disuguaglianze come ai tempi della Prima Guerra Mondiale. Una delle più efficaci fu, nel 1941, il movimento March-on-Washington, i cui componenti minacciarono di marciare sulla capitale in caso di mancata inclusione nel Programma per la Difesa, provocando la firma da parte del presidente
Franklin D. Roosevelt (1933-1945) dell'ordine esecutivo che avrebbe dovuto impedire ai fornitori del governo di praticare la discriminazione. Lo stesso comitato che aveva dato vita al movimento March-on-Washington riuscì ad ottenere, successivamente, l'istituzione del Fair Employment Practices Committee, organo incaricato di garantire eque assunzioni.
L'aumentato tenore di vita dell'americano nero in quegli anni è testimoniato anche dalla maggiore percentuale dei neri che terminavano gli studi nelle scuole superiori e che riuscivano ad accedere al college, anche per merito delle provvidenze sull'istruzione contemplate dal «G.I.Bill», la legge per l'esercito. Nel Sud, per esempio, «nell'anno 1933-34, solo il 19% dei bambini neri in età da frequentare le scuole superiori le frequentava» , mentre solo sei anni dopo, nel 1940, la percentuale era salita al 35% (sempre nel Sud). In definitiva, negli anni della grande guerra e nel periodo immediatamente successivo si realizzarono nuovi attacchi all'ingiustizia sociale ed economica legalizzata. Il periodo di caos economico verificatosi durante la depressione degli anni Trenta era stato durissimo per i neri i quali, impegnati nella lotta per la sopravvivenza, avevano momentaneamente smarrito parte del loro slancio contro le ingiustizie sociali. Ma, attorno al 1945, la rabbia, la voglia di far valere i propri diritti, rafforzate dalla consapevolezza di essere diventati comunque determinanti nella vita americana, tornarono a farsi sentire, denunciando quel senso di oppressione che aveva ormai raggiunto livelli di irreversibilità.Nell'immediato dopoguerra uno dei problemi più scottanti negli Stati Uniti è quello della segregazione razziale. Bianchi e neri sono divisi in ogni attività quotidiana della società civile: si acquista in supermercati e negozi diversi, si mangia in ristoranti separati, si soggiorna in hotel distinti, le scuole sono diverse: bianchi e neri sono diversi, pertanto non possono stare insieme o, se stanno insieme, i neri devono comunque essere riverenti, portare rispetto ai bianchi e seguire certe regole. Uno degli attacchi più significativi sferrato a questo status quo parte dal sistema educativo: nella speranza che scuole per bianchi e per neri non vengano unificate, gli stati del sud, dove il problema è più sentito, investono, negli anni '50, somme ingenti per migliorare il livello di istruzione dei neri. Tali iniziative non servono comunque allo scopo prefissato, in quanto il movimento contro la segregazione nelle scuole parte da Washington per allargarsi poi a tutta la nazione. La decisione emanata dalla Corte Suprema il 17 maggio 1954 nel caso Brown contro il Ministero dell'Istruzione resta una delle sentenze più significative del XX secolo; in quell'occasione viene dichiarato: " ...nulla è più importante per la nostra democrazia della decisione unanime della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America che la segregazione razziale viola lo spirito della nostra costituzione." Nonostante ciò molti degli stati del Sud perseverano nella pratica della segregazione razziale: pareva che il sistema avesse comunque il sopravvento. Ma un altro evento, non meno significativo, avviene il 1 dicembre 1955 quando la signora Rosa Parks di Montgomery, Alabama, si rifiuta di cedere il posto da lei occupato, su di un autobus extraurbano, ad un uomo bianco. Rosa Parks viene arrestata e accusata di aver violato una delle ordinanze sulla segregazione della città. In risposta a tale evento, un allora sconosciuto Martin Luther King organizza un boicottaggio pacifico delle autolinee di Montgomery, per protestare contro la segregazione razziale. La comunità di colore di Montgomery non prenderà gli autobus per spostarsi quotidianamente per ben 381 giorni. M.L.King viene arrestato in quell'occasione insieme ad altre 90 persone di colore con l'accusa di aver intralciato un servizio pubblico, King ricorre in appello e vince. Il 4 giugno 1956, una corte distrettuale degli Stati Uniti d'America emana la sentenza che la segregazione razziale sugli autobus di linea urbana è anticostituzionale. La resistenza pacifica del reverendo M.L.King e della comunità di Montgomery non solo aveva causato l'emanazione di quella sentenza, ma aveva anche dimostrato che il boicottaggio era un valido ed efficace strumento di lotta.
Tuttavia, il non osteggiare una situazione di ingiustizia razziale diventa sempre più difficile in correlazione con la partecipazione degli Stati Uniti d'America -in realtà principali promotori- alla creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, è particolarmente imbarazzante obiettare alle ingiustizie razziali di paesi di altri continenti, mentre, proprio negli Stati Uniti, si negano palesemente gli stessi diritti ai concittadini di colore. Ma non è questo l'unico motivo che pare accelerare il processo di desegregazione : a partire dal 1957 alcuni degli stati africani raggiungono l'indipendenza e ciò influenza notevolmente la gente di colore degli Stati Uniti che si identificano con le popolazioni africane e vivono con orgoglio questo mutato scenario politico a dimostrazione del fatto che la gente di colore è in grado di assumersi responsabilità ad alto livello. Intorno agli anni'60 l'esigenza di far riconoscere i diritti civili di tutta la popolazione, senza discriminazioni, si fa sempre più sentita. Proprio in questi anni sia i partiti politici che le istituzioni religiose si battono in favore di tali principi, lentamente si modifica anche l'atteggiamento che i bianchi hanno contro la partecipazione dei cittadini di colore ad alcune attività in settori rilevanti della società. Così, in questi anni, aumenta la percentuale di professori universitari di colore, di stimati avvocati e giudici, di atleti famosi, di artisti e scrittori. La linea di pensiero del reverendo Martin Luther King Junior arriva ormai ovunque ed è molto sentita e condivisa in tutta la nazione, il suo credo nel valore e nell'efficacia della resistenza passiva come forma di protesta sociale, spinge alla ribellione la maggior parte della popolazione di colore. Nel 1960 a Greensboro, nella Carolina del nord, quattro studenti entrano in un supermercatino dove, dopo aver acquistato alcuni articoli, chiedono un caffé al banco, naturalmente la risposta è un netto rifiuto, come di consuetudine, ma loro se ne stanno lì, seduti, fino alla chiusura del negozio; nasce così il sit-in che diviene una forma efficace di protesta contro la segregazione e la discriminazione, basti pensare che immediatamente dopo questo avvenimento la tattica del sit-in viene adottata in ben 15 città di 5 stati del sud. Il movimento verso l'emancipazione della popolazione di colore viene sostenuto dal Presidente allora in carica, John Fitzgerald Kennedy, il quale, nell'aprile del '63, chiede al Congresso di emanare leggi che garantiscano ai cittadini uguale accesso ai servizi e alle strutture pubbliche e private, che non sia permessa la discriminazione nelle assunzioni da parte di imprese e istituzioni federali, e che il governo federale non fornisca alcun sostegno finanziario in programmi o attività che riguardino la discriminazione razziale. Il messaggio del 19 giugno 1963 del presidente Kennedy alla nazione non ha solo un valore storico ma è una pietra miliare nel cammino degli Stati Uniti verso l'uguaglianza. Nel 1964, ad un anno dalla sua morte, il Civil Rights Act diviene legge. Nell'aprile '63, M.L.King organizza una marcia di protesta di 40 giorni nella quale vengono arrestate più di 2500 persone di colore; le manifestazioni si moltiplicano su tutto il territorio degli Stati Uniti, a sud come a nord, ed hanno anche il risultato di attirare l'attenzione sui musulmani di colore (Black Muslims, Nation of Islam) i quali si dichiarano convinti che gli Stati Uniti non concederanno mai l'uguaglianza alla popolazione di colore, pertanto rifiutano ogni tipo di collaborazione dedicandosi allo sviluppo della loro cultura ed istituzioni. Il 28 agosto del '63 vi è una marcia memorabile su Washington contro la discriminazione razziale alla quale partecipano tutte le maggiori associazioni di colore e non , studenti universitari, cittadini qualunque, star del cinema e della canzone, ministri; in quell'occasione ogni attività viene sospesa. L'America guarda l'avvenimento alla televisione, ma tutto il mondo ne viene a conoscenza tramite quotidiani e riviste. Coloro che marciano a Washington vogliono sottolineare che credono fermamente nelle istituzioni democratiche e nella capacità del potere legislativo di far rispettare la giustizia, ma vogliono anche enfatizzare quanto sia importante la promulgazione del Civil Rights Act. Quando il Presidente Kennedy viene assassinato il 22 novembre 1963 molti leaders del movimento nero temono che il cammino verso l'uguaglianza e la giustizia subirà un fase di arresto. Nonostante questo fervore di giustizia e uguaglianza che percorre tutta la nazione restano dei notevoli impedimenti in tutti gli stati e a tutti i livelli al processo di desegregazione, tutto procede a passi molto lenti, dal settore dell'educazione a quello dell'occupazione, fino al gesto banale e quotidiano di bersi un caffé. Il tutto è reso più aspro e difficile dal fatto che, in maggiore misura dei bianchi, i neri vivono in estrema povertà; in una società dove l'abbondanza e il lusso imperano, i neri non trovano lavoro, diversamente dai loro coetanei bianchi. Buona parte della popolazione nera riceve sussidi sociali e vive nei ghetti in condizioni inumane, dove spesso l'unica attività possibile è la criminalità. Sebbene la violenza sia limitata e sia da considerarsi marginale, tuttavia persistono avvenimenti drammatici come assassinii e attentati non solo contro neri, ma anche a danno di quei bianchi che hanno fatta loro la lotta alla discriminazione. Organizzazioni quali il Ku Klux Klan o i meno noti White Citizens Councils (Comitati di cittadini bianchi) esistono e sono ancora attivi. Negli anni '60 il movimento di protesta dei neri si sviluppa a tal punto che Martin Luther King ne rappresenta solo una voce, sebbene predominante, rispetto ad altre. I Black Muslims, un movimento sorto negli anni'30 ad opera di Wallace Fard, sostengono di essere originariamente figli dell'Islam e di avere come loro Dio Allah: se in nome di questa religione i neri americani si uniranno e svolgeranno un ruolo attivo in essa, riusciranno ad acquisire nuovamente il potere perso. I Black Muslims, convinti che la causa principale della discriminazione sia da imputare alla mancanza di potere economico da parte dei neri, cercano di favorire qualsiasi attività in proprio. Nel '64 Malcolm X è il leader più significativo del movimento ed il primo a parlare apertamente di Rivoluzione Nera. Lo stesso anno egli si stacca dal movimento per fondarne uno collaterale denominato Organization of Afro-American Unity (Organizzazione dell'unità afroamericana), neppure un anno dopo verrà assassinato. Sebbene Malcolm X abbia avuto una personalità e abbia professato un credo politico e religioso totalmente diverso da M.L.King, egli resta una figura di spicco del movimento nero, anche grazie alla sua autobiografia che ha notevolmente contribuito a renderlo famoso dopo la sua morte.
La delusione nelle istituzioni dei bianchi e nella lotta eterna alla discriminazione, spinge i musulmani neri a credere che la strada verso l'eguaglianza sia definitivamente sbarrata per loro; da qui nascono gli atteggiamenti di sfida agli Stati Uniti e alle loro istituzioni. Nasce così, nel 1966, con Stokely Carmichael, il Black Power (Potere Nero). Nella sua accezione più positiva il Potere Nero vuole promuovere l'autodeterminazione, il rispetto di sè e la piena partecipazione alle decisioni riguardanti i neri, Carmichael sostiene che solo il raggiungimento di questi ideali può obbligare i bianchi a trattare con i neri. In realtà questi gruppi associativi, così come la Rivoluzione Nera, sono dei movimenti nazionalisti che originariamente non inneggiano al rovesciamento del sistema politico, economico e sociale, ma che in seguito ne saranno coinvolti. Il più noto e diffuso di questi è il Black Panther Party, fondato nel '66 a Oakland, California, da Bobby Seale e Huey P.Newton. La denominazione per esteso del partito, Black Panther Party for Self-Defense, sta ad indicarne la funzione primaria: porre fine alle crudeltà della polizia bianca tramite la organizzazione di gruppi armati di autodifesa all'interno delle comunità nere. Il tutto risulterà in una guerriglia serrata con le forze dell'ordine.
Anni 1966-1968 vedono molte ribellioni violente causate dalle condizioni di vita nei ghetti: i neri vogliono un lavoro, case decenti e scuole migliori . Martin Luther King viene assassinato a Memphis il 4 aprile 1968, la sua scomparsa non è solo un evento storico drammatico e deprecabile che sembra indicare la fine di una ribellione non-violenta, ma mostrò, come nel caso dell'assassinio di J.F.Kennedy e del senatore Robert Kennedy, allora candidato alla presidenza, a quanto gli uomini potevano giungere per impedire che si realizassero quegli ideali di giustizia ed uguaglianza fondamentali per una società democratica. In quegli stessi anni l' indagine Kerner, finanziata dal governo, rivela che il paese si sta dirigendo sempre di più verso due società distinte, separate e diseguali: quella dei bianchi e quella dei neri. I Black Muslims e il Black Power non vogliono l'integrazione pacifica, ma la distinzione netta, i neri non hanno trovato una valida alternativa alla violenza come mezzo per raggiungere dei giusti ideali e il senso di frustrazione che ne è derivato li conduce all'ostilità nei confronti delle istituzioni e del governo. Il processo di desegregazione tuttavia procede incessantemente e con risultati positivi. Nell'arco di 20 anni (dal '50 al '70) molte cose sono cambiate per la gente di colore, il Civil Rights Act ha stabilito dei punti di riferimento inamovibili per la lotta all'uguaglianza e alle pari opportunità.